Sicomoro

Mt 22  Allora i farisei, ritiratisi, tennero consiglio per vedere di coglierlo in fallo nei suoi discorsi. 16 Mandarono dunque a lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità e non hai soggezione di nessuno perché non guardi in faccia ad alcuno. 17 Dicci dunque il tuo parere: È lecito o no pagare il tributo a Cesare?». 18 Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché mi tentate? 19 Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. 20 Egli domandò loro: «Di chi è questa immagine e l’iscrizione?». 21 Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio». 22 A queste parole rimasero sorpresi e, lasciatolo, se ne andarono.

23 In quello stesso giorno vennero a lui dei sadducei, i quali affermano che non c’è risurrezione, e lo interrogarono: 24 «Maestro, Mosè ha detto: Se qualcuno muore senza figli, il fratello ne sposerà la vedova e così susciterà una discendenza al suo fratello25 Ora, c’erano tra noi sette fratelli; il primo appena sposato morì e, non avendo discendenza, lasciò la moglie a suo fratello. 26 Così anche il secondo, e il terzo, fino al settimo. 27 Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. 28 Alla risurrezione, di quale dei sette essa sarà moglie? Poiché tutti l’hanno avuta». 29 E Gesù rispose loro: «Voi vi ingannate, non conoscendo né le Scritture né la potenza di Dio. 30 Alla risurrezione infatti non si prende né moglie né marito, ma si è come angeli nel cielo. 31 Quanto poi alla risurrezione dei morti, non avete letto quello che vi è stato detto da Dio: 32 Io sono il Dio di Abramo e il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe? Ora, non è Dio dei morti, ma dei vivi». 33 Udendo ciò, la folla era sbalordita per la sua dottrina.

34 Allora i farisei, udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme 35 e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova: 36 «Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?». 37 Gli rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. 38 Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. 39 E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso40 Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

Il vangelo di Matteo

Così è lo scriba divenuto discepolo del regno dei cieli (13,52)

Gesù è entrato in Gerusalemme, ha purificato il tempo che non porta frutto, un tempio che non accoglie le nazioni, né diventa una casa di preghiera per i popoli, che respinge gli ammalati…

Gesù si confronta con sommi sacerdoti e anziani, dibatte con loro che si appellano ad una autorità che, di fatto, non hanno. La parabola che segue, quella dei due figli alla vigna, è espressione del suo pensiero: solo un cuore che si sa convertire, che cambia idea, è autorevole.

Ma la disputa sale di livello. Si parla sempre di vigna ma, questa volta, esplicitamente, Gesù dona una drammatica chiave di interpretazione a quanto sta per accadergli.

La parabola dei contadini omicidi e del banchetto di nozze alzano il il tono dello scontro e Gesù si rende conto di quanto potrebbe accadere.

Si tratta ora di cogliere in fallo Gesù da un punto di vista politico e sociale e da un punto di vista teologico. A conclusione di questa disputa Gesù richiamerà i suoi discepoli all’essenziale: il fatto cioè che tutto dipende da come amiamo. Purtroppo, come sappiamo, ciò non basterà a chi, appellandosi il nome di Dio, in realtà non fa che tutelare i propri interessi.

Proviamo ad approfondire.

Il tributo a Cesare (Mt 22,15-22)

La prima disputa è la più insidiosa, perché è una disputa politica.

Entrano in scena i farisei, accompagnati dagli erodiani. Situazione piuttosto curiosa: i farisei non sopportavano coloro che collaboravano con Roma.

Tengono consiglio: è un’attività del sinedrio la anticipa durante la vita di Gesù.

Allora i farisei, ritiratisi, tennero consiglio per vedere di coglierlo in fallo nei suoi discorsi. 16 Mandarono dunque a lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità e non hai soggezione di nessuno perché non guardi in faccia ad alcuno. 17 Dicci dunque il tuo parere: È lecito o no pagare il tributo a Cesare?». 18 Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché mi tentate? 19 Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. 20 Egli domandò loro: «Di chi è questa immagine e l’iscrizione?». 21 Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio». 22 A queste parole rimasero sorpresi e, lasciatolo, se ne andarono.

In questo caso non si tratta del fiscus judaicus in favore del Tempio di Gerusalemme ma della tassa pro capite imposta dei romani. Ogni uomo donna o schiavo dai 12 fino ai 65 anni doveva versare una tassa all’imperatore. L’ammontare del tributo era di un denaro d’argento a testa, cioè la paga quotidiana di un lavoratore.

La moneta era fatta apposta per pagare tale tributo e recava l’immagine dell’imperatore Tiberio e recava la scritta Tiberio Cesare augusto figlio del divino Augusto sommo sacerdote

Una scritta ritenuta inconciliabile con il secondo comandamento.

Il fatto che Gesù chieda ai suoi accusatori di mostrargli la moneta che tranquillamente portano in tasca, rivela il fatto che né a Gesù né ai farisei fa problema pagare la tassa. L’annotazione di Gesù però afferma che a Cesare non spetta tutto tanto meno la divinizzazione.

A partire dal Qoelet, l’insegnamento è pressappoco il seguente: l’obbedienza a Cesare in materia di governo di amministrazione civile è, di per sé stessa, obbedienza anche a Dio; ma in tutti quegli ambiti in cui Dio ha fatto conoscere la propria volontà, cioè la torà, si deve preferire Dio.

Meditare

Il primo argomento di meditazione, per me molto interessante, è il fatto che davanti ad un obiettivo comune ci si coalizza mettendo da parte tutte le proprie convinzioni. È quello che normalmente chiamiamo ideologia: la giustificazione a posteriori di un atteggiamento che vogliamo portare avanti.

Nelle tre dispute che vedremo coloro che nella vita concreta si consideravano nemici, diventano collaboratori per ottenere l’obiettivo di eliminare Gesù. Interessante poi il fatto che, in effetti, nonostante i tanti proclami, anche i farisei portano su loro stessi la moneta dell’imperatore. Molto spesso anche noi siamo intransigenti quando si tratta di criticare gli altri e piuttosto benevoli quando si tratta di noi stessi.

La seconda questione ha a che fare ovviamente con il rapporto fra fede, religione e potere, politica. In realtà non sappiamo esattamente cosa Gesù intenda dire con quella sua frase misteriosa e dobbiamo arrenderci a questa semplice considerazione.

In seguito a tale affermazione, Nella storia del cristianesimo, abbiamo assistito a diverse soluzioni: san Paolo chiede di pregare per i governanti per conservare un tempo di pace, In seguito quando il cristianesimo diventerà religione ufficiale dell’impero, ai vescovi verranno riconosciute prerogative di potere mondano.

Conosciamo tutti l’evoluzione del contrasto fra potere religioso e civile, dall’Unità d’Italia fino ai concordati. Risulta anacronistico oggi, immaginare una situazione in cui la Chiesa si sostituisce al potere civile però, nonostante questo, la tentazione di ottenere una forma di privilegio anche nel mondo sociale politico permane. Senza entrare in polemica, mi sembra essenziale in questo tempo essere puri come le colombe. Esigere per sé e per ogni uomo rispetto, principio di sussidiarietà e collaborazione, senza però pretendere di imporre la propria visione agli altri. Senza finire di massimi sistemi, Basta interrogarci su come viviamo il nostro rapporto con la politica e il potere. Resta una seconda riflessione a partire dalla priorità di Dio all’interno della nostra vita. Se è lui al centro delle nostre scelte, se davvero rendiamo a Dio quel che è di Dio o se, pure, a volte, anche Dio diventa uno strumento per soddisfare Cesare.

Infine un accenno dobbiamo farlo necessariamente al nostro essere cittadini. Interroghiamoci sulla nostra correttezza rispetto alle cose di questo mondo, nel pagare le tasse, nel collaborare al bene comune, senza prendere scorciatoie. Non vi nascondo una certa amarezza nel vedere che spesso illeciti maggiori avvengono nelle parrocchie in ambienti ecclesiali. Da questo punto di vista credo dobbiamo interrogarci tutti, io per primo. Non è possibile essere buoni cristiani e disonesti.

Per la vita

Dare a Dio quel che è di Dio.

La vedova ammazza-mariti (Mt 22,13,33)

La seconda disputa è di ordine teologico ed è apparentemente più complessa da risolvere. Nei vari gruppi in cui erano divisi i giudei, i sadducei rappresentavano i conservatori,  cioè coloro che non ammettevano alcuna evoluzione della Legge.  La dottrina della risurrezione È piuttosto tardiva e presente in tutti i testi al di fuori della torah. Perciò i sadducei, acerrimi nemici dei farisei, che invece credono nella resurrezione, propongono a Gesù un caso limite, ridicolo, che si basa sulla legge del levirato (Dt 25,5) la quale peraltro al tempo di Gesù non si praticava più.

23 In quello stesso giorno vennero a lui dei sadducei, i quali affermano che non c’è risurrezione, e lo interrogarono: 24 «Maestro, Mosè ha detto: Se qualcuno muore senza figli, il fratello ne sposerà la vedova e così susciterà una discendenza al suo fratello. 25 Ora, c’erano tra noi sette fratelli; il primo appena sposato morì e, non avendo discendenza, lasciò la moglie a suo fratello. 26 Così anche il secondo, e il terzo, fino al settimo. 27 Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. 28 Alla risurrezione, di quale dei sette essa sarà moglie? Poiché tutti l’hanno avuta». 29 E Gesù rispose loro: «Voi vi ingannate, non conoscendo né le Scritture né la potenza di Dio. 30 Alla risurrezione infatti non si prende né moglie né marito, ma si è come angeli nel cielo. 31 Quanto poi alla risurrezione dei morti, non avete letto quello che vi è stato detto da Dio: 32 Io sono il Dio di Abramo e il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe? Ora, non è Dio dei morti, ma dei vivi». 33 Udendo ciò, la folla era sbalordita per la sua dottrina.

Invece di mandarli a stendere,  come probabilmente avrei fatto io, Gesù argomenta in due modi: affermando anzitutto la potenza di Dio  la condizione diversa dei corpi risorti, e riferendosi all’apparizione di Dio a Mosé nella Roveto ardente in cui egli parla dei patriarchi al presente, come se fossero vivi.

La folla è affascinata e sbalordita dalla sua dottrina cosa che non impedisce ai suoi avversari di insistere.

Meditare

Il primo tema di meditazione è senz’altro legato alla capacità che ha Gesù di riferirsi alla Bibbia per affrontare questioni contingenti e delicate. Molto spesso ci rappresentiamo Gesù come una sorta di evanescente ectoplasma. Gesù invece dimostra di conoscere profondamente la Sacra scrittura, di interpretarla correttamente, e di utilizzarla per la sua dottrina. Mi chiedo se nelle nostre dispute quotidiane, parrocchiali, sui social media non sarebbe più opportuno usare questo stile.

La dottrina della risurrezione si è affermata solo progressivamente all’interno della Bibbia. Inizialmente si pensava che i morti vivessero in uno stato di incoscienza nelle profondità della terra lo sheol. L’idea della sopravvivenza della parte più autentica di noi, quella che poi chiameremo anima si afferma alcuni secoli prima di Gesù. I farisei concordavano su questa dottrina. Il percorso del cristianesimo, A partire dalla rivelazione di Gesù ha sviluppato in maniera molto articolata questa dottrina condivisa con molte altre religioni.

Noi crediamo di essere immortali: esiste una parte di noi creata direttamente da Dio e eterna. L’anima ci viene donata durante il concepimento e dura per sempre. La vita terrena, allora, è una possibilità che ci viene data per prendere coscienza della nostra anima e per farla crescere.

Nel momento della nostra morte la nostra anima ha tre possibilità: scegliere di non avere nulla a che fare con Dio, accogliere la sua rivelazione, oppure continuare cammino di purificazione e consapevolezza.

L’idea della reincarnazione, che non appartiene al patrimonio biblico e cristiano per la sua valenza tendenzialmente negativa della vita che contraddice l’incarnazione, è però oggi molto diffusa anche tra cristiani.

Il cristianesimo continua a difendere l’unicità dell’esperienza umana.

Gesù che crede nella resurrezione ci lascia intravedere un criterio molto importante: la vita eterna non è il prolungamento di una condizione felice che abbiamo vissuto, ma una fioritura che, pur mantenendo una profonda coerenza con l’albero da cui proviene, sviluppa frutti diversi.

Nel concreto la domanda apparentemente assurda dei sadduce non ottiene risposta.

Dopo la nostra morte resteremo noi stessi nella nostra essenza ma i legami che abbiamo avuto su questa terra specialmente quelli positivi saliranno di livello.

La terza e ultima disputa molto presente nei Vangeli, rispetto all’importanza dei comandamenti, non fa che confermare la comune visione di Gesù con i più importanti rabbini della sua epoca.

34 Allora i farisei, udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme 35 e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova: 36 «Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?». 37 Gli rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. 38 Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. 39 E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. 40 Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

Il discorso dell’amore legato all’esperienza di fede È portato al suo massimo livello proprio da Gesù: Seppur presente in altre riflessioni rabbiniche contemporanee Gesù farà dell’amore il tratto distintivo e riconoscibile dei suoi discepoli.

Proviamo a riflettere su alcune caratteristiche di questo amore che coinvolge tutta la persona, è risposta all’amore divino, e si incarna e nel rispetto verso i fratelli e verso se stessi.

Gesù riesce a rispondere con autorevolezza, Dottrina, prudenza, A tutte le insidie che gli vengono tese. Nonostante questo, i suoi nemici non esiteranno a farlo fuori.

Per la vita

Una vita eterna

Un amore eterno.

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